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Il cancro mi ho regalato la vita

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Il cancro mi ho regalato la vita
Кристина Леонова

E storia vera della una ragazza russa. ? una storia affascinante di lotta, disperazione, fede e di nuovo la lotta contro una malattia di cui non ci piace parlare. Quante volte viviamo la nostra vita senza sentirci felici, senza avere tempo per niente, correndo da qualche parte, senza sapere di cosa si tratta. La causa di molti dei nostri problemi siamo noi stessi. Grazie all'autore di questo libro, imparerai ad amare la vita, ad apprezzare te stesso e ad essere orgoglioso di te stesso, potrai restituire pace e felicit? alla tua anima. Questo libro ? utile in tutti i campi della vita, vi aiuter? a realizzare il vostro potenziale nascosto e a rendere la vostra vita gioiosa e prospera.

Кристина Леонова

Il cancro mi ho regalato la vita

"I desideri si avverano quando non ? necessario"

Questo ? un racconto di storia vera.

Dall'autore

Ciao, mio caro lettore!

L'idea di scrivere il libro sulla mia storia di rinascita dopo l’interminabile periodo dell'oncologia e la conseguente nullificazione totale mi ? venuta per una ragione, per la catena di eventi che mi hanno condotta ad essa, che, naturalmente, scoprirete pi? tardi. Sto scrivendo questo libro per voi perchе credo veramente che la mia storia, la mia esperienza possa servire come quel caro e tanto atteso "calcio nel sedere" per voi per svegliarvi e iniziare a vivere. Vivere per davvero e godersi la vita appieno! Se state attraversando una fase difficile del trattamento per un cancro, una dolorosa rottura di una relazione, difficolt? finanziarie, una serie di perdite, o se semplicemente sentite che il vostro destino ? sigillato in anticipo e che nulla nella vita pu? essere cambiato in meglio, se non sapete come e dove andare avanti – allora questo libro vi ha trovato giusto in tempo. Nulla nel nostro mondo ? casuale – tutto ? interconnesso e tutto ha le sue ragioni e conseguenze, penso che lo abbiate gi? sentito molte volte, ma lo ripeter? di nuovo – dalla mia esperienza personale. Ho sperimentato molte relazioni causa-effetto, sia buone che cattive. Tutto viene per avanzare uno stadio, un processo, e non sempre qualcosa di terribile che capita nella vita porta a qualcosa di terribile. Dopo aver letto la mia storia, lo vedrete e credo che anche voi abbiate la forza e la motivazione per andare avanti!

Ho preparato diversi capitoli per voi – nel primo mi conoscerete meglio, comprenderete come ? stato il mio anno di svolta del 2018, quando mi ? stato diagnosticato il cancro, come sono stata curata, come ho affrontato il mio divorzio e ho imparato a vivere di nuovo e a trovare me stessa… Poi troverete un altro capitolo dove condivider? tutte le lezioni che il cancro mi ha insegnato, che ho attraversato e che hanno cambiato drasticamente la mia vita e la mia realt?. Infine, rivedremo e digeriremo tutto ci? che imparerai nel libro in modo che non rimanga nella tua memoria solo come una lettura autobiografica, ma che abbia il massimo impatto sulla tua visione del mondo e sulla tua vita.

Un piccolo spoiler dalle prime righe – in questo libro non faccio pubblicit? a medici e cliniche, non descrivo farmaci e trattamenti chemioterapici, non do consigli medici su come curare il cancro o come prevenirlo. Non li do semplicemente perchе le sottigliezze del mio trattamento non mi sono note – tutti i farmaci e i dosaggi sono scritti in ogni dimissione ospedaliera, ma io non li ho approfonditi, non ho approfondito la mia malattia pi? di un comune passante non coinvolto – non ne avevo bisogno, cos? come non ne ho bisogno ora.

Questo libro non ? su come curare il cancro, questo libro ? su come guarire la tua Anima e raggiungere tutto ci? che vuoi veramente in modo naturale – attraverso la conoscenza di te stesso. C'? un detto: "In un corpo sano, uno Spirito sano", ma ho imparato che con un'Anima sana, anche il corpo sar? sano. Il destino ? reciproco. Spero che anche voi capiate questo. Andiamo, va bene? Buona lettura!

Capitolo I

“2018: il mio punto di svolta"

Prima parte.

"Il passato".

Nel 2018, subito dopo le vacanze di Capodanno, sono andata dal ginecologo per un check-up completo, dato che stavo pianificando una gravidanza. Mi trovavo nella periferia di Mosca, che sappiate bene, non ? Mosca, ? la periferia della Russia. Tutto in Russia ?, in un certo senso, periferia di qualcosa. Nelle periferie sono ancora in vigore le regole dei nostri vecchi antenati che sono state tramandate. Ma comunque quella l? n6on era la mia prima deviazione di questo tipo – otto anni prima, quando mi era sposata per la prima volta, era anche andata dai medici per scoprire perchе non potevo rimanere incinta. Non ho mai avuto molto panico, perchе io e mio marito non ci siamo sforzati molto, nе con il mio primo nе con il mio secondo…

Sono stata ossessionata dal desiderio di diventare madre – si pu? dire che mi ? stato inculcato fin dall'infanzia, si dice, crescerai e ti sposerai, avrai dei figli. Crescendo, ho sentito da tutti i miei parenti e dalle donne adulte storie molto simili tra loro: "Ci siamo incontrati e ci siamo innamorati subito, pi? tardi mi ha sposato e abbiamo avuto un figlio piccolo", o lo stesso, ma in modo leggermente diverso: "Ci siamo innamorati e abbiamo scoperto che stavamo per avere un bambino, poi abbiamo deciso di sposarci! Ma si parlava anche di ragazze che, per qualsiasi motivo, non partorivano nel primo anno dopo il matrimonio ed erano considerate difettose, sterili, malate e infelici, tutti si preoccupavano per loro, le compativano e lamentavano ogni tipo di disgrazia e sfortuna familiare. Come diceva mia nonna: "Ai nostri tempi non si andava dai medici con queste domande – tutti rimanevano incinti in questo modo. ? cos? che il mio subconscio ha formato un certo scenario di una vita felice e armoniosamente corretta – innamorarsi, sposarsi, partorire. Ho dovuto partorire nel primo anno di matrimonio, o sposarmi, come si dice, "per matrimonio", ma solo per amore. Uno schema strano, certo, ma non l'ho scelto consapevolmente e non l'ho analizzato in quel momento.

Dopo essermi sposata per la prima volta, mi sono trovata di fronte alla dura realt? che il "per sempre felici e contenti" non va sempre secondo i piani. Mio marito, appena sposato, si ? ubriacato dopo il matrimonio e non ha condiviso il mio desiderio di prole. A volte non era timido nell'alzare le mani verso di me e provocare scandalo. Beh… ho ingoiato tutto perchе mi vergognavo di dire a qualcuno, specialmente alla mia famiglia, che il mio "vissero felici e contenti" ero stato un’illusione fin dall'inizio. Molto prima di sposarmi sapevo che tipo di persona era, ma ho resistito ostinatamente a togliermi gli occhiali rossi. La ragione di questo era tutto il solito discorso sulle storie d'amore delle donne anziane – "si sono incontrati, si sono innamorati, si sono sposati, hanno avuto figli…".

Quando ho iniziato una relazione con il mio primo marito, all'et? di quattordici anni, sapevo in fondo alla mia mente e alla mia anima che quello non era l'uomo che avevo desiderato per tutta la mia vita. Ma all'inizio mi vergognavo di porre fine alla mia relazione con lui a causa della condanna degli altri, prima di tutto, avevo paura della condanna di mia nonna, che mi considerasse una poco di buono, una donna caduta e tutto in quel senso, ma se volete uso le sue parole precise: “come una puttana”. L'esempio delle mie nonne e di mia madre mi ha mostrato che bisogna tenere la famiglia a tutti i costi, che gli uomini sono deboli e amano bere, uscire, mettere le mani addosso alle loro mogli… Le donne sono forti – sopportano tutte le difficolt? della vita familiare, tengono la casa pulita e accogliente, cucinano cibi deliziosi, lavano i calzini dei loro mariti e li mettono a letto ubriachi…

Mia madre era per me l'esempio incondizionato della migliore moglie e madre a cui aspirare. La donna pi? ordinaria, che lavora con un programma, che ? stanca come tutti gli altri per il lavoro e le responsabilit? quotidiane. Che vuole rilassarsi nei suoi giorni di riposo e a volte mette in secondo piano le faccende domestiche, ma per lo pi? ogni giorno di riposo si affanna proprio nelle faccende domestiche – lavare, cucinare, pulizia completa, stiratura obbligatoria della biancheria asciutta, e in primavera e autunno lavorare anche al giardino della casa in montagna. Fin da piccola ha imparato a tenere la casa da sola, perchе sua madre, mia nonna, ha dovuto lavorare dalla mattina presto fino a tarda notte per nutrire i suoi figli dopo la morte del marito. Cos? mia madre, da ragazza, ha imparato a cucinare da sola dalle madri delle sue amiche, mentre le sue coetanee giocavano in cortile, ha imparato a risparmiare il cibo a causa della mancanza di soldi per il cibo e poteva fare qualcosa di veramente gustoso e nutriente da semplici patate, come lo chiamava lei "fare un pezzo di torta da un pezzo di merda". Mia nonna, come molte donne anziane russe sanno essere molto sintetiche su certe cose. Dai miei ricordi d'infanzia, ricordo frammenti di quei momenti felici e caldi quando tutta la famiglia era insieme, una cena deliziosa, nonostante la semplicit? e la scarsit? dei prodotti, una casa pulita… Ricordo anche i litigi dei miei genitori, quando mio padre se ne andava per qualche motivo, o mia madre voleva uscire di casa con me in braccio, ma dopo dicevano che "un litigio ? un litigio" e "marito e moglie sono un unico Satana indivisibile", dicendo che non c'era niente di male nello scandalo precedente e che, nonostante tutte le grida e i battibecchi, tutto andava bene. E ricordo un periodo in cui mia madre perdon? mio padre per il suo tradimento, riaccogliendolo in famiglia dopo una certa assenza. Perdonandolo fino a quando non si ? bruciata, apparentemente in modo permanente. Con il tempo, ? passata dall'essere una donna allegra e parsimoniosa a un'ombra di se stessa, smorzando la sua miseria con l'alcol. Nell'aprile 2005, quando avevo quasi sedici anni, lei non c'era pi?. All'epoca, era arrabbiata con lei per essersene andata cos? presto e per non aver ascoltato le nostre suppliche di cambiare vita. Ce l'avevo con lei perchе era debole e si arrendeva cos? facilmente a causa di "qualche battibecco" con mio padre…

Solo di recente ho capito che ci? di cui aveva pi? bisogno in quel momento era un sostegno morale e fisico, che tutto ci? che le stava succedendo in quel momento era una richiesta d'amore e d'aiuto, stava chiedendo di essere ascoltata, ma invece riceveva critiche e condanne, insulti e ultimatum…

Avevo la visione del mondo che la famiglia e la vita coniugale ? davvero un lavoro duro, dove sei letteralmente coinvolta nella relazione, tolleri e perdoni tutte le azioni di tuo marito – il divorzio ? una vergogna per una donna! I nostri antenati vivevano con queste credenze ai loro tempi. L'uomo ? il capofamiglia e il "capo" della famiglia, mentre la donna crea conforto nel nido familiare, ed ? il "collo" che guida la testa nella giusta direzione. Se un uomo va da un'altra donna, ? colpa della moglie perchе non restituisce qualcosa; se un uomo ? un cattivo padrone di casa e non batte un chiodo in casa, ? colpa della moglie perchе non lo ispira a fare nulla; se un uomo beve, ? colpa della moglie perchе assilla il marito per entrare nella bottiglia. Un tempo il divorzio era percepito come qualcosa di immorale, poteva costare a una persona la carriera e il lavoro. Le persone venivano espulse dal partito e condannate pubblicamente, il che in epoca sovietica equivaleva al crollo totale della vita. ? stato allora che le mie nonne sono cresciute e sono state educate con queste credenze e paure, e queste stesse credenze hanno nutrito i miei genitori e me, rispettivamente. L'inconscio collettivo … Sapevo fin da quando era in fasce che il divorzio era orribile e vergognoso, che avrebbe rovinato la mia vita, lo sapevo e ci credevo, anche se non ho mai avuto alcuna prova vivente che una persona fosse "distrutta" dopo un divorzio, ma ci sono stati molti esempi in cui le persone si sono letteralmente odiate e hanno sofferto nello stesso appartamento per salvare il loro matrimonio … Adottando tutti questi atteggiamenti, ho trascinato la mia relazione per anni – sei anni prima di sposarmi, anche se ci sono state delle rotture, ma sono tornata indietro alla prima chiamata, perchе "questo ? uno spirito affine, tanti anni insieme – ho rimpianto gli anni sprecati – dobbiamo continuare a tirare, non possiamo mollare" e ho sopportato per altri due anni e mezzo quando mi sono sposata.

Avevo molto risentimento, odio e disgusto, cos? come piet? per me e per lui. Alla fine volevo lasciare tutto e divorziare entro un mese dal matrimonio, ma mi dispiaceva per lui e pensavo: "Chi mi vorrebbe come divorziata? Il divorzio ? una vergogna! Devi trascinare, non puoi mostrare che lo schema del "per sempre felici e contenti" era fallito su di me. I miei genitori hanno investito nel nostro matrimonio – non posso deluderli cos?.

Circa un anno dopo il nostro matrimonio, mio marito smise improvvisamente di bere e andato persino in una clinica per essere curato. Era strano, perchе per tutto il tempo in cui l'avevo conosciuto, non era mai andato oltre il parlare di smettere di bere. Non sono mai stata categorica sull'alcol in generale – non avevo bisogno che lui smettesse, semplicemente non capivo le sue trasformazioni: se eravamo fuori da qualche parte e lui beveva, indipendentemente da quello che beveva, era ancora una persona adeguata – niente scenate o parolacce, tutto era divertente ma rilassato. Ma appena si incontrava con i suoi amici da qualche parte e io avevo davvero paura che tornasse a casa – provocava di proposito uno scandalo, mi provocava di proposito per colpirlo al cuore, per scattare contro di me e colpirlo di nuovo, o anche non provocare – diceva solo cose brutte e mi distruggeva moralmente…

Quando ha smesso di bere, mio marito ? andato a pescare, e se prima era interessato solo alla pesca estiva, ora amava la pesca invernale e semistagionale e passava tutto il suo tempo libero con gli amici pescatori sui fiumi. ? stato allora che sono iniziati i primi imbrogli consapevoli. Il tradimento ? venuto da parte mia. Con "barare" non voglio dire che ho fatto una furia a sinistra – per niente. Ho trovato divertimento con altri uomini che erano interessati a me. Uomini che erano interessati alla mia personalit?, ai miei hobby, con i quali potevo parlare di niente e sentirmi necessaria e interessante. ? cos? che ho conosciuto su internet un fotografo di Mosca. Era l'esatto opposto di mio marito: alto e magro, giovane e positivo. Non fumava e non beveva affatto. Sembrava che sapesse tutto di tutto, e se non sapeva qualcosa, la trovava su Internet e la sapeva. Parlare con lui mi faceva sentire la bambina che volevo essere in quel momento, solo perchе era cos? stanca di dover portare tutta la casa sulla schiena. Abbiamo solo chiacchierato di fotografia e della scelta di una macchina fotografica, lui era interessato a quello che avevo da dire su di me e io era affascinata da quello che aveva da dire. Non ho fatto nessun piano, non ho pensato a nessun incontro, ma nel corso di una comunicazione regolare – ci scambiavamo messaggi tutto il giorno, per diverse settimane di seguito – ? nato un interesse reciproco e il desiderio di un incontro faccia a faccia.

Non mi sto affatto scusando per quel periodo, e per quelli successivi, ma ? stato il disinteresse di mio marito per la mia persona che mi ha spinto a tradire – l'intimit? stava diventando meno frequente, i complimenti hanno smesso di essere pronunciati, il tempo insieme ? stato sostituito dalla pesca, e non c'era un solo chiodo battuto in casa. Il mio desiderio che mio marito smettesse di bere e di picchiarmi si ? avverato, ma si ? realizzato in un modo molto radicale: portandolo a pescare in fiumi e stagni fino alle orecchie. Ho provato quasi tutte le misure da parte mia per riconquistare mio marito – cene deliziose e serate romantiche, pratiche erotiche, persino tentativi di provocare la gelosia, lunghi dialoghi e persuasione… Ma niente ha portato risultati, e sono andata nel posto dove era interessante, dove si respirava il desiderio, dove la gente mi aspettava, dove sono stata sinceramente benvenuta.

Dopo alcuni incontri, ho capito che non potevo pi? tradire mio marito, anche se lui non si accorgeva di nulla – nе i miei strani orari di lavoro senza fine settimana, nе le levatacce con una lunga doccia, nе i continui messaggi al telefono, ma non potevo pi? farlo. Tutti vedevano i cambiamenti in me e nel mio comportamento, anche i miei colleghi di lavoro scherzavano su come io sorridessi sempre stupidamente mentre scrivevo sul cellulare. Tutti intorno a me sapevano che mi stava succedendo qualcosa. Tutti tranne lui. Tutte le bugie e le reticenze mi facevano sentire sporca, come se fossi davvero ricoperta da una fanghiglia densa e viscida dalla testa ai piedi… Cos? ho deciso di divorziare. Parlando con mio marito del divorzio, mi aspettavo qualsiasi cosa, da un altro pestaggio, a lacrimevoli lamenti su una tregua, perchе nel suo mondo e nella sua percezione, tutto era pari e normale nel nostro rapporto. Ma prese la notizia con calma e and? dai suoi amici per un cognac. Senza nemmeno cercare di discutere qualcosa. Mi aspettavo una presa di posizione, ma non c'era nessuna presa, aveva solo la scusa perfetta per ricominciare a bere.

Abbiamo chiesto il divorzio insieme, e abbiamo comunicato abbastanza normalmente per un po', lui pensava che fosse una specie di gioco che stavo facendo o qualcosa del genere, che sarei tornata da sola verso di lui, come avevo fatto molte volte prima che fossimo sposati. Qualcosa nel suo comportamento ? poi cambiato in meglio, si ? "svegliato" e ha iniziato a prestarmi attenzione, il che mi ha messo in un'altalena emotiva e psicologica. Cominciavo a mettere in dubbio la mia decisione e consideravo sempre di pi? le opzioni di tornare indietro, e c'? stato uno di questi tentativi – alla fine – che mi ha risvegliata e mi ha messa sulla strada giusta in quel momento.

Dopo aver digerito tutto quello che avevo fatto per molto tempo, una bella mattina, quando mi ero gi? trasferita con il mio fotografo a Mosca, ho capito che non potevo farlo, che dovevo tornare da mio marito – dieci anni di relazione, dopo tutto, la mia citt? natale, tutta la mia famiglia e gli amici l?… Cos? sono tornata, pensando che mi sarei sentita meglio, sperando che sarebbe diventato pi? facile. Sono tornata indietro, ma era sufficiente anche solo per 24 ore. Anche se il mio ex stava "ballando" davanti a me in tutti i modi, sapevo che non stava migliorando. Mi sentivo pi? soffocata di prima… La casa era diventata fredda e grigia, c'era molta polvere e un odore umido – mi chiedevo se l'avessi gi? sentito prima o se fosse nuovo… Tutto era alieno e non reale. Mi sono seduta sul divano, guardando l'appartamento, e mi sono sentita a disagio e disgustata di essere dentro quelle mura, ormai straniere. La casa in cui era entrata con l'aspettativa della felicit? ora mi stava divorando. No, non lo era pi?; E al contrario, non mi accettava neppure. Ero stata via solo per un paio di settimane, e ora ero un estranea per quel posto. Era come se, quando sono partita, avessi portato con me il calore e l'anima di questo appartamento e non l'avessi riportato indietro. Anche se sapevo che il mio ex-marito viveva ancora qui – c'era una sensazione persistente che il posto fosse stato svuotato di persone per molto tempo. Non c'era vita nell'appartamento e la sola presenza qui era insopportabile.

Sono fuggita, letteralmente, a Mosca, cercando di dimenticare il pi? rapidamente possibile i sentimenti e le emozioni di quella breve visita.

La prima volta che ho vissuto con il mio nuovo fidanzato, sono sprofondata in una terribile depressione. Una nuova citt? in cui non avevo nessuno tranne quest'uomo. Sono stata abbastanza ritirata per tutta la mia vita e a quel tempo era impossibile per me andare a passeggiare da sola. Con un nuovo uomo potevo andare a passeggiare molto raramente – lui aveva un lavoro 5/2 e io stavo solo cercando un nuovo posto. La casa era a pochi passi dalla metropolitana in un quartiere abbastanza tranquillo. L'appartamento era al piano terra con le sbarre alle finestre. All'interno aveva bisogno di essere rinnovato – la carta da parati e i mobili erano ancora degli anni '90, tutto sembrava antiquato e noioso, e c'erano rigogliosi cespugli di lill? che crescevano fuori dalle finestre. Erano piantati cos? vicini alla casa che i rami si aggrappavano letteralmente alle finestre, cos? la stanza era immersa nel crepuscolo per tutto il giorno, il che aggiungeva solo la sensazione di essere intrappolati, grigi e solitari. Ero in casa quasi tutto il giorno e tutto l'ambiente opprimente mi pesava, mi divorava letteralmente dall'interno… C'erano lacrime, c'erano dubbi, c'erano paure… Non sapevo cosa fare dei miei sentimenti e delle mie emozioni e mi sono semplicemente affidata nelle mani di un uomo, mettendo su di lui tutta la responsabilit? di me stessa e della mia vita, cercando di ascoltarlo in tutto, idealizzandolo, volendo compiacerlo in tutto, per essere la pi? perfetta e buona per lui, perchе la mia vita ? cambiata grazie a lui! Perchе questo ? quello che mi ? stato insegnato fin dall'infanzia: "Non c'? nessun posto come casa con un tesoro". Un uomo era il tesoro. Sopportare tutte le difficolt? per il bene del grande e puro amore – la cosa principale ? che si fosse innamorati a testa in gi? e felici, e avremo riparato tutto, migliorato e trasformato il resto. Cos? tutto ? diventato gradualmente favoloso e bello!

Mi sono interessata a lui, mi ha insegnato cose nuove, abbiamo camminato in posti bellissimi, non c'erano pi? quei battibecchi da ubriachi che mi hanno accompagnato nel mio primo matrimonio, ho visto e sentito il suo grande amore per me, e la vita si ? dipinta di nuovi colori! Solo che la vita non era pi? mia, e ogni mio desiderio veniva accolto con critiche, o negativit?, o mancanza di controinteresse… Lui ne sapeva pi? di me e sapeva sempre il meglio e il modo giusto, cos? mi istruiva in quasi tutto. Avevamo dei punti in comune, naturalmente, in un momento in cui non cercava di farmi cambiare idea o di rieducarmi. Era premuroso e diligente, cercava di compiacermi in tutto, ma d'altronde io non era pi? io, ma una ragazza adattata il pi? possibile alle sue preferenze. Tutto stava cambiando in me – il mio aspetto, il mio comportamento, il mio modo di parlare, la mia scelta dei vestiti – se a lui non piaceva il mio aspetto e a me s?, sceglievo una cosa, o per compiacere lui e sentirmi fuori posto o per compiacere me stessa ed essere insoddisfatta tutto il giorno. In molti modi, anche la maggior parte, tutti questi cambiamenti sotto la sua influenza erano per il meglio e sono stata grata per ognuno di loro, ma ogni anno mi sentivo sempre pi? come il peggiore degli impostori…

Un anno e mezzo dopo ci siamo trasferiti in uno spazioso trilocale in un quartiere completamente diverso, pi? vicino alla regione. L'appartamento era al quarto piano, con grandi finestre luminose e una buona vista. Abbiamo iniziato a ristrutturare insieme, scegliendo tutto in modo che piacesse a entrambi. Era una nuova svolta nella relazione che pensavo di aver aspettato cos? a lungo. Ma a poco a poco mi sono sentita a disagio anche nella nuova casa… Mi sono resa conto che era stanca di adattarmi all'immagine che lui aveva scelto per me. Abbiamo smesso di andare a passeggiare insieme come eravamo soliti fare, perchе "Dove andare a passeggiare?". – Era una zona residenziale e si arrivava a Mosca in treno o in macchina. Ma avevamo orari di lavoro diversi e lui finiva di lavorare due ore prima di me, quindi non voleva aspettare che io uscissi dopo, e non aveva senso che guidasse fino a casa per tornare. Siamo rimasti sempre pi? spesso a casa la sera.

Avevamo sempre pi? litigi e disaccordi domestici, e io volevo andare nella mia citt? natale per passeggiare e chiacchierare con i miei amici, per bere vino e ballare fino al mattino; per fumare senza paura o vergogna o colpa – per fare tutte le cose che non potevo fare davanti a lui, per fare tutte le cose che mi aveva proibito, per le quali mi aveva condannato e s’era risentito. Essere me stessa senza maschere…

Ma, stranamente, nell'estate del 2016 abbiamo deciso di sposarci. Sfortunatamente, quella decisione ? stata presa pi? per una mancanza di comprensione di dove stava andando la nostra relazione, per la mia mancanza di comprensione soprattutto. Tutto andava bene, molte persone pensavano che eravamo la coppia perfetta, alcuni erano gelosi che tutto andasse bene, e io non capivo dove stavamo andando. Era il terzo anno della nostra relazione, vivevamo insieme e lui non mi stava facendo la proposta – perchе no? Ho avuto paura che stesse solo aspettando un'opzione migliore per se stesso, e che io stessi perdendo gli anni migliori per un'attesa incomprensibile. Tutto dentro di me tremava per il terrore che "il tempo scorreva". Poi ho iniziato una conversazione piena di lacrime, in modo scandaloso, sul tema "Chi sono io per te e perchе non ti stai proponendo?". – In termini pi? semplici, mi sono costretta a fare una specie di domanda all'anagrafe. E ancora una volta, tutto ? diventato come una magia! Un matrimonio modesto il 26 agosto 2016 con i nostri pi? cari, niente carrozza o brindisi eccentrici, niente torta. E dopo una vacanza al mare per noi due. Non ci doveva essere niente di pi? importante di questo.

Nonostante tutto il mio grande amore per il mio nuovo marito, in fondo ho solo accettato questa mia "gabbia dorata" che avevo costruito per me stessa. Avrei potuto seguire chiaramente questo copione, o uscire dalla relazione (non potevo certo immaginare la vita senza di lui), e ho c cos? continuato a vivere con l'amore nel cuore e nelle bugie con recriminazioni reciproche, risentimenti e rabbia. A volte avevamo un idillio, altre volte dovevo andargli incontro e fare quello che voleva lui per fare pace. La pressione era sempre su di me, ero io che dovevo ricollegarmi alle sue aspettative e cercare di conformarmi, mentre, all’unisono, ero solo io che dovevo accettarlo per quello che era. Mi ha fatto arrabbiare questa ingiustizia, il fatto che lui non imparasse niente da me, ma a quel tempo non capivo esattamente cosa stavo sbagliando e come rimediare.

Parte seconda

"Esami".

Cos?, nel gennaio 2018, quando sono andata dal ginecologo per un controllo pensando che finalmente sarei rimasta incinta e che il mio scenario "per sempre felici e contenti" si sarebbe avverato, il medico ha trovato una cisti sull'ovaia destra. Dovrei dire che sono rimasta immediatamente scioccata? – Non posso dirlo, perchе non c'? stato alcuno shock in realt?. Sapevo che le cisti a) non sono mortali e b) sono curabili. Il mio cervello ha capito che se anche la ciste fosse stata rimossa chirurgicamente, avrei avuto ancora un uovo, e le persone partoriscono anche con un uovo solo. Quindi mi sono preparata il pi? serenamente possibile per i miei giri di esami, ma avevo gi? un pensiero in testa: "E se?". – E se non riuscissi a rimanere incinta, e se non riuscissi a partorire, cosa succederebbe? Mio marito mi lascer?? Sar? da sola? Diventerei una vecchia zitella?

Non riuscivo a pensare a niente di meglio da fare, cos? decisi di porgli di petto tutte le mie domande "e se?", alle quali ottenni risposte abbastanza rassicuranti, anche se il mio segugio del sospetto interiore si aspettava una fregatura. Per un po' ho deciso di rallentare i miei pensieri e risolvere i problemi man mano che si presentavano, il che era difficile, perchе la mia naturale puntualit? non mi permetteva di galleggiare comodamente a valle, avevo sempre bisogno di tutto in modo rapido e chiaro. Ma la nostra medicina russa mi stava rallentando nella vita e nelle scelte.

Quando ho fatto il mio primo esame del sangue, e mi ? stato detto che il risultato sarebbe stato pronto in tre o cinque giorni lavorativi, ma in realt? sono dovuta andare il sesto, e l'ottavo, e il quattordicesimo, e il ventesimo giorno … Poi sono andata a prendere i risultati da sola e letteralmente mi sono ritrovata a piangere con le infermiere – questa situazione ha cominciato a scuotere moralmente un tale stato di cose che sono entrata sempre pi? a fondo in uno stato di perdita e disperazione. Ogni visita dal medico era accompagnata da sorprese diverse: il medico improvvisamente andava in vacanza, o i risultati si perdevano, o c'era una lista d'attesa di quattro ore… Mio marito mi incoraggiava, naturalmente, ma pi? spesso sentivo "critiche" al mio indirizzo, dicendo "perchе ti lamenti, perchе gridi? Che differenza far?? Allora devi aspettare, o scrivere un reclamo…" – non mi ha fatto sentire meglio e mi ha fatto sentire ancora pi? risentita nei suoi confronti. Sentivo sempre di pi? che lui non mi capiva e non mi sosteneva, anche se non era vero, ma il risentimento ? cieco, acceca gli occhi e la mente, impedendo di vedere la realt? evidente.

Non mi ricordo esattamente come, quando o perchе, ma a un certo punto sono stata in grado di andare con il flusso – ho cercato di guardare tutto pi? semplicemente e non con la paranoia di un osservatore. Cos?, per esempio, sono passata il pi? comodamente e positivamente possibile attraverso procedure estremamente sgradevoli – idro e colonscopia, che tutti temono e resistono, ma ne parler? pi? in dettaglio nel capitolo II.

Sono stata anche molto aiutata dalla mia cara amica Katya. Siamo amiche fin dall'infanzia. Nessuno di noi ricorda esattamente come ? successo che io e lei ci siamo separati dal branco di tutti i nostri amici e abbiamo cominciato a passare pi? tempo insieme. Ma a poco a poco ? diventata la persona che sapeva tutto di me e un po' di pi?, e io per lei sono diventata quella stessa persona. Io e lei abbiamo formato un legame magico, speciale, ci conoscevamo da vite passate ed eravamo molto vicine. Nonostante i disaccordi in alcuni punti, abbiamo risolto tutte le questioni praticamente senza conflitti e non abbiamo mai litigato pi? di tanto. Siamo follemente diverse separatamente, sia nell'aspetto che nel carattere, negli interessi e nelle preferenze, ma una volta che siamo insieme, o semplicemente ci chiamiamo, ci trasformiamo in un unico organismo vivente, dove i nostri opposti si completano armoniosamente. Ci capiamo a met? di un tono, neanche mezza parola. Gi? allora lei studiava psicologia e diversi metodi di lavoro con il subconscio. Perci?, in caso di una nuova ondata di intollerabile offesa, dolore al cuore e un impeto di lacrime, la chiamavo e ascoltavo la sua voce – e in pochi secondi il panico si placava, potevo pensare e agire come se le nuvole dentro di me si disperdessero e uscisse il tanto atteso sole.

Tra gennaio e maggio feci un tal numero di test ed esami di ogni tipo che nemmeno una nonna molto anziana rinchiusa in un policlinico potrebbe sopportare! Ho fatto tutte le analisi del sangue, delle urine e delle feci, gli ultrasuoni addominali, pelvici, della vena pelvica e del seno, una risonanza magnetica e i marcatori del cancro. Ma, nessuno, ripeto – NESSUNO dei risultati ? scattato nella mia mente con la temuta parola "Cancro". Per me, tutti questi salti da un medico all'altro non erano altro che la preparazione per una facile “laparoscopia” per rimuovere una piccola, beh, gi? grande, cisti – si suppone, pi? o meno, che sia cos?. Anche nella clinica, dove mi hanno mandato a consultare i chirurghi oncologici, mi hanno assicurato che non c'era nessun cancro, che tutto era abbastanza normale e semplice, ma dal momento che sono venuta da loro – mi avrebbero portata mano a mano attraverso il trattamento. Vedevo e percepivo tutta la situazione nel modo in cui volevo che fosse.

Non ho avuto sintomi di alcun tipo. Il dolore al basso ventre, di solito di natura tirante o dolorosa, era molto simile alla semplice sindrome premestruale o all'ovulazione. L'unica cosa che confondeva il mio ginecologo era che i miei periodi erano sorprendentemente regolari e stabili. ? stato intorno all'ottobre 2017 che ho installato un'app sul mio cellulare per aiutarmi a tenere traccia di "quei giorni" e ogni mese arrivavano esattamente nel giorno "previsto", ma con i tumori cistici potevano verificarsi dei ritardi, indicando un ciclo mestruale irregolare. Il fatto che avessi frainteso mi ha dato fiducia e tranquillit? – "quindi non ? tutto cos? male!". – Ho pensato e ho navigato con un senso di facilit? verso l'ignoto.

Il 17 maggio 2018, sono arrivata per il mio ricovero in ospedale. Anche quando mi sono sistemata nella mia stanza nel reparto di oncologia ginecologica, non pensavo che io e l'oncologia avessimo ormai qualcosa in comune – che avesse a che fare con me. I medici e le infermiere della clinica si sono comportati positivamente e facilmente, mi hanno detto che non c'era il cancro, che l'operazione era semplice, e siccome era semplice e non era legata ad un cancro – sono stata rimandata per l'intervento e finita nella coda generale, che ho aspettato per tre settimane. Ho passato le prime due settimane nella coda generale, ma il giorno prima dell'intervento previsto, esattamente in orario, sono arrivati i dolori mestruali, per cui sono stata spostata verso un'altra settimana di attesa.

In questo periodo, mentre era in attesa del mio turno, ho formato nella mia mente la seguente immagine di tutto ci? che stava accadendo: una palla di neve che rotola gi? da un'alta montagna. Ogni secondo che passava, il grumo diventava sempre pi? grande e pi? "coperto" di neve, sempre pi? grande e pi? pericoloso. E poi mi sentivo come se fossi da qualche parte ai piedi di quella montagna, aspettando con terrore di vedere cosa mi avrebbe colpito alla fine… Ma quell'immagine era da qualche parte nel profondo del mio subconscio, si potrebbe anche dire "dietro le sette mura", e mi arrivava solo nei momenti di maggiore disperazione – molto raramente. Non ci ho fatto molto caso, l'ho anche messo da parte con il pensiero: "No, questa ? una follia.

Parte terza

"La mia prima operazione"
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